Il manoscritto della canzone porta la data del 15 febbraio 1954; viene pubblicata il 7 maggio dello stesso anno, anniversario della sconfitta di Điện Biên Phủ, e trasmessa (interpretata da Marcel Mouloudji), per la prima volta in radio dalla storica (ed ancora esistente) emittente Europe 1 (con la chiusa finale già modificata). Scoppia il putiferio.
Malgrado le numerose modifiche via via apportate al testo (scompaiono non solo la strofa finale originale, ma anche i riferimenti al Presidente, sostituito da dei più generici Messieurs qu'on nomme grands), nel gennaio del 1955 il consigliere municipale parigino Paul Faber ottiene la censura completa della canzone in radio. Boris Vian reagisce con la sua consueta ironia, pacata ma devastante: la sua prima dichiarazione è cheMa chanson n'est nullement antimilitariste, mais, je le reconnais, violemment pro-civile ("la mia canzone non è affatto antimilitarista, ma, lo riconosco, violentemente pro-civili"); a Paul Faber invia invece una lettera aperta in cui, tra le altre cose, si legge:
"Oui, cher Monsieur Faber, figurez-vous, certains militaires de carrière considèrent que la guerre n'a d'autre but que de tuer les gens" ("sì, caro signor Faber, figuratevi che certi militari di carriera considerano che la guerra non abbia altro scopo che quello di ammazzare gente") e, soprattutto, ciò che segue:
"Ancien combattant", c'est un mot dangereux; on ne devrait pas se vanter d'avoir fait la guerre, on devrait le regretter - un ancien combattant est mieux placé que quiconque pour haïr la guerre. Presque tous les vrais déserteurs sont des "anciens combattants" qui n'ont pas eu la force d'aller jusqu'à la fin du combat. Et qui leur jettera la pierre ? Non. si ma chanson peut déplaire, ce n'est pas à un ancien combattant, cher monsieur Faber."
"Ex combattente" è una parola pericolosa; non si dovrebbe vantarsi di aver fatto la guerra, dovrebbe dispiacere. Un ex combattente è in condizione più di chiunque altro di odiare la guerra. Quasi tutti i veri disertori sono degli ex-combattenti che non hanno avuto la forza di arrivare fino alla fine del combattimento. E chi scaglierà loro contro la prima pietra? No. Se la mia canzone può spiacere, non è certo a un ex combattente, signor Faber".
Eliminata dalla diffusione radiofonica e discografica, "Le Déserteur" cade più o meno nel dimenticatoio; per averla cantata, Marcel Mouloudji subisce una sorta di esilio decennale dalla canzone francese; la censura viene tolta soltanto nel 1962, ma ormai Boris Vian è morto da tre anni. Nel 1966 con lo sviluppo delle protest songs e con i moti di Berkeley, viene ripresa da Peter, Paul and Mary, peraltro nella versione "edulcorata"interpretata da Mouloudji. Diviene così la canzone-simbolo che tutti conosciamo.
Innumerevoli sono le versioni in altre lingue. In questa sezione ne saranno presentate tutte quelle reperite in rete e con altri mezzi, ma ne esistono probabilmente molte altre.
In Italia è stata incisa per la prima volta nel 1964 (nella versione francese originale) da Margot, ovvero Margherita Galante Garrone (figlia di Alessandro Galante Garrone, moglie di Sergio Liberovici e madre di Andrea) nel periodo dei Cantacronache (1958/1960), quindi ci sono state 5 traduzioni italiane, a cura di Paolo Villaggio, Luigi Tenco, Giorgio Caproni (celebre poeta livornese), Giangilberto Monti e Giorgio Calabrese. Quest'ultima versione è quella cantata da Ivano Fossati nel suo album "Lindbergh" (1992). Ornella Vanoni l'ha inserita nella scaletta del suo tour nel 1971, ma non è affatto vero, come precisa giustamente Enrico de Angelis, che la prima incisione italiana del Disertore sia di Ivano Fossati: dopo essere stata effettivamente incisa in francese da Margot nel '64 (e più tardi da Adriana Martino), la canzone è stata incisa in italiano dal trio francese The Sunlights nel '67 e poi, tra il '71 e il '72, da Ornella Vanoni, da Serge Reggiani e da Achille Millo.
Riccardo Venturi, 29 ottobre 2004/2 luglio 2005.
In piena facoltà
egregio presidente
le scrivo la presente
che spero leggerà.
La cartolina qui
mi dice terra terra
di andare a far la guerra
quest'altro lunedì
Ma io non sono qui
egregio presidente
per ammazzar la gente
più o meno come me
Io non ce l'ho con lei
sia detto per inciso
ma sento che ho deciso
e che diserterà.
Ho avuto solo guai
da quando sono nato
i figli che ho allevato
han pianto insieme a me.
Mia mamma e mio papà
ormai son sotto terra
e a loro della guerra
non gliene fregherà.
Quand'ero in prigionia
qualcuno mi ha rubato
mia moglie e il mio passato
la mia migliore età.
Domani mi alzerò
e chiuderò la porta
sulla stagione morta
e mi incamminerò.
Vivrò di carità
sulle strade di Spagna
di Francia e di Bretagna
e a tutti griderò.
Di non partire pù
e di non obbedire
per andare a morire
per non importa chi.
Per cui se servirà
del sangue ad ogni costo
andate a dare il vostro
se vi divertirà.
E dica pure ai suoi
se vengono a cercarmi
che possono spararmi
io armi non ne ho.
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