Il 25 Aprile è la Festa della Liberazione, è una festa importante per noi che abbiamo a cuore la democrazia, l’antifascismo e la Costituzione.
Per questo al circolo ARCI Mis(s)kappa e all'ANPI di Udine è venuta l’idea di costituire un “Coro Popolare della Resistenza”, un coro in cui si canteranno le canzoni che accompagnavano i partigiani sui monti, quelle che hanno cantato i nostri nonni.
Hasta siempre La canzone nacque come una risposta alla lettera di addio a Cuba scritta da Che Guevara nel 1965. Il 3 ottobre di quello stesso anno, Fidel Castro rese pubblica una lettera priva di data scrittagli da Guevara diversi mesi prima, in cui questi riaffermava la sua solidarietà con Cuba, ma dichiarava anche la sua intenzione di abbandonare l'isola e di andare a combattere altrove per la Rivoluzione. Carlos Puebla ha composto il testo della canzone come una risposta alla lettera (la quale è conosciuta come la Carta de despedida del Che). Quasi come un menestrello, Puebla ha citato nel testo tutti i momenti fondamentali della vita del Che: l'invasione della Sierra Maestra, la Battaglia di Santa Clara, e poi ancora l'amore del Che per la Rivoluzione e il sentimento di dispiacere dei cubani per la sua partenza. La struggente musica si basa sulle note del tradizionale son cubano ed è composta da una serie di redondilla, strofe di quattro versi ottonari, di cui alcune con rima assonante e la maggior parte con rima consonante.
El pueblo unido jamás será vencido (Il popolo unito non sarà mai sconfitto) è una delle più note canzoni legate al movimento Unidad Popular ed alla presidenza del Cile da parte di Salvador Allende, morto nel tragico golpe cileno del 1973. La canzone venne composta nel 1970 da Sergio Ortega, musicista cileno facente parte del gruppo musicale Quilapayun. Famosa in Cile durante i tre anni della presidenza Allende, divenne - dopo il golpe cileno che portò al potere i militari guidati da Augusto Pinochet - un simbolo della lotta per il ritorno alla democrazia tanto in Cile quanto nel resto del mondo. Oltre al gruppo dei Quilapayun, esule in Francia negli anni della dittatura, la canzone venne cantata e incisa anche dagli Inti-Illimani, altro gruppo storico della Nueva Canción Chilena, che aveva ottenuto asilo politico in Italia e che portò il brano alla completa notorietà. Numerose sono state successivamente le traduzioni in altre lingue e gli arrangiamenti compiuti sul brano. In Iran la melodia è stata usata per una canzone rivoluzionaria in lingua persiana cantata nel 1979 durante la rivoluzione contro la monarchia dagli attivisti iraniani della sinistra ed intitolata "Barpakhiz" (traducibile con Stai su, o Resisti). Quattro anni prima, nel 1975 il musicista Frederic Rzewski aveva composto trentasei variazioni per pianoforte del brano intitolate The People United Will Never Be Defeated!. Molti gruppi fra cui La Banda Bassotti (El pueblo unido jamás será vencido), i 99 Posse (El pueblo unido), gli Ska-P (Estampida), gli Anti-Flag (One People, One Struggle), i Nomadi e i Modena City Ramblers[senza fonte] hanno eseguito una propria interpretazione del brano. In alcune versioni di gruppi militanti la frase El pueblo unido jamas sera vencido è sostituita, nell'ultimo verso, con El pueblo armado jamás será aplastado (Il popolo armato non sarà mai fermato).